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Buone notizie per la Valle dell'Amaseno

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Buone notizie per la Valle dell'Amaseno. Nel corso del convegno svoltosi a Salerno dal titolo "La gestione dei reflui zootecnici per il rispetto della direttiva nitrati e della condizionalità, risultati della ricerca fatta in Campania", si è parlato dello studio comparato sul paese delle 14mila bufale su 4mila abitanti da cui è emerso che, messe a confronto concimazioni con letame bovino e bufalino, la specie bufalina produce meno azoto.  GUARDA IL VIDEO 

 

 

Questo l'articolo di Marco Bravo tratto dal quotidiano "La Provincia" del 9 marzo 2010

"Novità importanti anche per la valle dell’Amaseno, direttamente da Salerno, in fatto di letame e deiezioni di bufala. Con il patrocinio della regione Campania e con i docenti di alcune facoltà dell’Università Federico II di Napoli è stato presentato uno studio comparato sul paese delle 14 mila bufale su 4000 abitanti, perché una buona fetta dell’economia della Valle si basa proprio sull’allevamento bufalino.
Grandi novità come detto in apertura sono state esposte in un convegno che si è svolto a Salerno dal titolo: “La gestione dei reflui zootecnici per il rispetto della direttiva nitrati e della condizionalità, risultati della ricerca fatta in Campania”. Un problema che tocca anche le 250 aziende locali in termini di smaltimento dei reflui zootecnici nel rispetto delle recenti normative in fatto di inquinamento ambientale.
A metterci al corrente di quanto detto nel corso del convegno, è stato il presidente dell'ordine degli agronomoi del Lazio dott.Michelino Ercolino, che ci ha spiegato come i risultati di questi studi sono molto importanti anche per la valle dell’Amaseno. Sono state messe a confronto concimazioni fatte con letame bovino e bufalino, nella stessa misura e con la stessa quantità e dallo studio si è stabilito che la specie bufalina produce meno azoto, per la precisione 41 kg all’anno la bufala contro i 69 di un comune bovino e questo è stato stabilito dal professor Campanile, nel corso del suo intervento dal titolo: Alimentazione della bufala e bilancio dell’azoto negli affluenti, dell’Università di Napoli, Facoltà di veterinaria.
Sempre Giuseppe Campanile nel suo intervento, ci spiega l’agronomo partenopeo che ha partecipato al convegno e che da anni svolge la sua attività di consulenza nella nostra provincia, ha evidenziato che la forza concimante del letame bufalino è di molto inferiore di quello bovino, ma la normativa fa riferimento solo a bovini e suini, non comprende le bufale che sono la terza specie più allevata in Italia. C’è una ragione scientifica: la bufala razza tropicale utilizza meno azoto, difatti esaminate le razioni alimentari e l’azoto ingerito con le proteine, si è constatato che, tolto l’azoto che contribuisce alla produzione di latte e per la crescita dell’animale, e tolta anche l’espulsione  in fase gassosa, la produzione di azoto annua di un bovino adulto è del 41 kg contro i 69 kg di un bovino adulto. Queste produzioni abbinate alle colture di mais e loietto portano ad incrementare il numero di capi oltre le 10 unità per ettaro.
Il professor Salvatore Faugno dalle sue analisi rivela il contenuto di azoto nei liquami derivati da bufale:  il valore medio emerso è che un metro cubo di liquame contiene solo 2,5 chilogrammi di azoto, i dati indicano che ogni bufala contribuisce con 48 kili di azoto l’anno contro per i bovini per i quali si parla di 83 chili l’anno, sempre per ragioni metaboliche legate alla differenza di specie.
Al convegno sono intervenuti anche i professori Lorenzo Boccia, il preside di Veterinaria di Napoli, chiarissimo prof. Luigi Zicarelli, il dottor Paolo Ammassari, il prof. Luigi Cembalo, il prof Massimo Fagnano ed il prof. Fabio Terribile che hanno curato anche le soluzioni tecniche ed eventuali strategie per fare sistema e per inserire nella normativa vigente dei paramentri che considerino la specie bufalina come a se stante distinta da quella bovina.  Un fatto, questo, che potrebbe aiutare nel raggiungere il giusto equilibrio tra allevamenti ed ambiente".

 

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